giovedì 29 novembre 2007

Giovanni Fattori. impressioni di una mostra.



Fontana di Trevi è ormai l’ombellico del mondo, ma poco più in là in Via della Stamperia, quando la folla comincia a diradarsi, è stato possibile, per il tempo della mostra, entrare nel paesaggio sommesso in bianco e nero, fatto di stampe e disegni, di Giovanni Fattori.
Ci si è presentata un’Italia ottocentesca, lontano dai salotti, i balli e le cene, contadina e risorgimentale, che troppo si è offuscata nei nostri ricordi. Un’occasione quindi per rafforzare quel percorso d’identità che noi italiani siamo in perpetuo condannati a ritrovare.
Il paesaggio, i fienili, i muri degli orti, i ponticelli sui torrenti, ormai perduti od obsoleti, uomini e animali spesso ritratti nei momenti di abbandono, di sosta, quando meglio il corpo esprime i sentimenti dell’anima. I soldati delle guerre d’indipendenza ritratti non solo nella mischia della battaglia, ma negli istanti più semplici e privati della vita quotidiana.
Per questo il taglio è molto spesso fotografico, ci richiama il cinema della cinepresa per la strada, col suo soffermarsi sui particolari più umili, come gli zoccoli dei cavalli, il suo riprendere la scena alle spalle. Per questo è importantissimo il taccuino dei disegni, esposto per la prima volta, e sfogliabile virtualmente sullo schermo del computer, per riconoscere questa grammatica espressiva.
Meglio di ogni altra parola, quelle dallo stesso Fattori rivolte in una lettera ad alcuni scolari nei primi mesi del 1898, riportate in un pannello dell’ultima sala della mostra:

“Io amo il realismo e ve l’ho fatto amare – le manifestazioni dela natura sono immense, sono grandi, non sempre si presenta di viva luce, non sempre si presenta triste e buia – gli uomini, gli animali, le piante hanno una forma, un linguaggio, un sentimento. Hanno dei dolori, della gioia da esprimere”.

Questo umanesimo della vita semplice, del quotidiano, quest’armonia della natura, nella quale i viventi tutti, uomini, piante e animali, e il paesaggio intorno, possono in un certo senso accordarsi tra loro, comunicare.
La mostra a cura di Fabio Fiorani.

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