venerdì 29 giugno 2012

Europei, la finale più giusta: Italia-Portogallo

Ma la Spagna resta favorita, come lo era la Germania, bene così.
Perché Italia e Portogallo hanno mostrato diverse doti in comune e mentre la prima non è stata avversata dalla sorte, la seconda sì. E Buffon ha avuto una parte di ragione ad arrabbiarsi con la scusante d’essere a sangue caldo a fine partita e sotto l’estremo attacco tedesco con lo spettro di finire come i lusitani… ma ieri sera non c’erano spettri o malasorte che potessero, nell’arco dei novanta minuti, contrastare la nostra meritata vittoria.
Squadre in certo qual modo simili, dicevamo, Italia e Portogallo, in quanto cresciute durante il torneo e con individualità capaci di fare la differenza. All’opposto, Spagna e Germania, squadre forti soprattutto per tecniche di gioco, schieramento e geometrie talmente collaudate da renderle poco duttili, giganti dai piedi d’argilla. Dall'altra parte Italia e Portogallo che hanno saputo nel corso delle partite mostrare di cambiare strategia a secondo dell’avversario: non adattarsi all’avversario, beninteso, non dovevamo “fermare Zidane”, ma abbiamo dato la dimostrazione di quanto la 'strategia della partita’ permetta di conquistare il campo e di far prevalere il proprio gioco di squadra cioè di battere l’avversario sul suo stesso terreno.
Con l’aggiunta, naturalmente di maggior estro e creatività.  
Sta a noi a noi meditare su quanto del buono fin qui visto sul campo di calcio possiamo applicare al Paese in difficoltà.

lunedì 11 giugno 2012

Gli europei dei giornalisti

I dopo-partita  degli europei andrebbero spostati… a un dopo indefinito: forse invece di ciarlare nelle ‘notti europee’ farebbero meglio i nostri giornalisti  ad andare a dormire. Bella partita con la Spagna  e che ci tocca sentire dai nostri? che “Cassano e Balotelli non possono giocare insieme” e non è una battuta uno scherzo autoironia (quest’ultima probabilmente non sanno nemmeno che cos’è). No, l’hanno detto sul serio, i seminatori di zizzania, i ‘lucidi e geniali’ giornalisti, pronti a rispolverare logori tormentoni per ravvivare le loro partitelle verbali. Ma zitti zitti… facciamo finta di non aver sentito, speriamo che questa volta non attecchisca.

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