domenica 11 novembre 2012

Acquedotto traiano: il "caput aquae" e le "sette vene"



  L’esatta ubicazione del  caput aquae, cioè l’inizio dell’acquedotto, è per la cronaca scoperta recentissima, risultato di una ricerca iniziata nel 2008 e culminata nel  2011, ad opera di un gruppo di esploratori,  che si sono denominati “cacciatori di acquedotti”, tra cui due documentaristi inglesi, gli O’Nell, e sul loro sito è illustrata e fotografata la scoperta*.
 In realtà che l’acquedotto partisse nei pressi di Manziana era accreditato da lunghissimo tempo pur indicandosi per l’inizio dell’acquedotto località diverse poco distanti tra loro, come la fonte Praecilia ad esempio: invece è dalle acque della Fiora, sotto un’antica chiesetta omonima, seminascosta dalla vegetazione, nella campagna al confine tra Manziana e Bracciano  che i cacciatori di acquedotti pongono il vero inizio, con un ninfeo da cui l’acqua era incanalata nella condotta.
 Le fonti che alimentavano l’acquedotto comunque erano più d’una, anzi  le vene erano moltissime, e questo si spiega con l’idrogeologia della regione vulcanica sabatina che in particolare abbonda di fossi di raccolta delle acque, in specie lungo l’arco tra Bracciano, Vicarello e Trevignano, come illustrato dal prof. Ugo Ventriglia  in un suo lavoro per la provincia di Roma del 1989 - e come circa duemila anni fa avevano ben compreso gli ingegneri romani - .
Così pur trattandosi di acque si può dire che le fonti dell'acqua traiana costituiscono un vero ginepraio da districare, avventurandosi nei boschi, a censirle tutte e a riconoscere quelle utilizzate dai romani prima e dai papi poi. Erano almeno “sette” secondo il nome della strada circumlacuale, per il tratto che segue l’acquedotto, e che da quello probabilmente fu generata, la via Sette Vene-Palo (così come più in là la via Anguillarese, che gira intorno al lago tra Trevignano e Anguillara deve anch’essa il suo essere all’acquedotto).
Altre fonti nelle vicinanze della Fiora, citata tra l'altro in un manoscritto sulla storia di Oriolo** erano, con nomi medievali, Matrice e Carestia, di cui la prima è ancora nota ed era in uso in epoca preromana uscendo da un cunicolo d’irrigazione etrusco e ormai persa la seconda***. Altre ancora intorno Bracciano, il cui nome deriverebbe appunto da “brachium”, braccio dell’acquedotto, una precisamente dalla località di Pisciarelli, nel cui nome sta l’indicazione che qui l’acquedotto “pisciava indietro”, dove in una fattoria ne sono state trovate le tracce – ma, come per la Fiora, va un po’ a trovarle, e c’abbiamo provato, se qualcuno del posto non ti fa da guida o ti dà le indicazioni giuste! E poi effettivamente devi fare un po’ come Indiana Jones - . Altri sorgenti da Vicarello, dove c’erano le acque termali, con l’acqua Venere,  dalla località detta  Calandrina e dalla fonte Ceraso presso Bassano**** e altri rami ancora dopo, a est di Vicarello, se non c’ingannano i nomi delle strade che scendono alla via delle Sette Vene come Via dell’Acqua delle Donne o via Acquarella.
Nelle pubblicazioni a cura della provincia di Roma si può in ogni caso trovare l'elenco dei fossi.***** 
Circa le vene, su Wikipedia****** delle “sette” e molte altre ancora se ne trova un  elenco basato anche su quanto annotarono Alberto Cassio (1757 ) e Rodolfo Lanciani (1880):
 "

  1. I sette sorgenti nella zona di Villa Flavia / il fosso di Grotta Renara. Questi sono stati raccolti in tre botti nominati da Cassio e Lanciani come Greca, Spineta e Pisciarello. L'architetto seicentesco Carlo Fontana invece li nomina: Botte Greca, Botte Ornava, e Botte Arciprete e poi mette una botta più a valle lungo il Fosso di Grotta Renara e la chiama la Botte di Pisciarelli. Una botta adesso si chiama il Fonte Micciaro.
  2. I sorgenti intorno al Fosso di Fiora: Questi comprendono il sorgente monumentale al Ninfeo di S. Fiora, un altro sorgente al ninfeo Carestia circa 1km dalla Fiora, adesso in ruina, ma è documentata da varie piante nel Fondo Orsini.
  3. Una raccolta di sorgenti alle Terme di Vicarello
  4. Un sorgente vicino il ristorante attuale Acqua delle Donne.
  5. I sette botti al est dell'Acqua delle Donne.
  6. Vari sorgenti al nord di Monte Rocca Romana nel territorio di Bassano Romano e lungo il Fosso della Calandrina incluso il notevole Fonte Ceraso.
  7. Gli Aquarelli al nord-est del lago.
  8. L'Acqua d'Impolline al est del lago."

Almeno l’ultimo ramo dell’elenco, però, detto allora nei documenti d’Ampolline e poi di Polline – oggi vi corrispondono la Via di Polline e il Lungolago di Polline, e in quest’ultimo si possono  osservare due cippi dell’acquedotto - secondo Carlo Fea nel suo “Storia dei condotti antico-moderni delle acque Vergine, Felice e Paola” del 1832*******, fu aggiunto in seguito, nemmeno da PaoloV, che si fregiava di aver riportato a Roma la " pura" acqua traiana,  ma con Innocenzo X nel 1649. Che i rami più orientali fossero aggiunti dai papi in seguito è in accordo con le conclusioni a cui giunse il Nibby.

Antony Nibby******** nel 1825 andò di persona a cercare le sorgenti dell’acqua traiana, anche lui dunque un cacciatore di acquedotti, la cui avventura egli indicò come una "lunga e penosa perlustrazione a traverso boschi e dirupi". Racconta:

“ La visita, onde procedesse con ordine, cominciò dalle sorgenti più occidentali, cioè fra le terre di Oriolo  e di Bracciano: Andando pertanto verso Oriolo, e passato appena il ponte del fosso di Boccalupo presi a destra un sentiero; seguendo questo, dopo circa un miglio, entrando nella vigna denominata allora del Tenente, trovasi la sorgente più occidentale di tutte, denominata Ferratella, per una piccola ferrata ivi esistente. Questa venne allacciata, o riallacciata di nuovo da papa Paolo V. A sud ovest della Ferratella è la botte del Belluccio, ed a settentrione di questa, quella grande delle 25 vene, così designata perché in essa unisconsi 25 sorgenti. Seguendo sempre la direzione verso sud-ovest, ripassai il fosso di Boccalupo sopra un ponte eretto da PaoloV e chiamato ponte del Pettinicchio, perché l’arco ha una curva simile a quella de’ pettini, così denominati: di là da esso entrai nell’altra gran botte che appellano volgarmente del Micciaro costrutta di nuovo da PaoloV, nella quale si raccolgono 39 vene ed un grosso capo di acqua acidula: questa botte ha 60 palmi di lunghezza, ed essendo riguardata come la più insigne tra quelle costrutte da Paolo V ha un’arma ed una epigrafe di quel papa. A sud ovest della botte del Micciaro incontrasi l’altra detta di Piscina. Quindi scendendo di nuovo al rivo di  Boccalupo notai la  comunicazione aperta tra questo e l’acquedotto, ed interrotta da un incastro, perché secondo le circostanze in caso di siccità il fosso possa servire di sussidio al condotto. A sud ovest di questo incastro è la botte di Grotta Renana e  di là da questa, andando sempre verso levante, presso il fosso Fiora, sono due altre botti, che per la loro situazione rispettiva appellansi la botte di sopra e la botte di sotto. Da questo punto volgendosi verso Vicarello incontrasi primieramente la botte delle Ferriere; tra Vicarello e Trevignano sono le sette botti; nel territorio di Bassano è la botte di Fonte Ceraso; in quello di Vicarello la botte dell’Aretta; e finalmente più lungi verso levante sono quelle del Fosso del Guardiano, del fosso Capra e di Rocca Romana, che è la più orientale di tutte, come quella della Ferratella dissi essere la più occidentale. In quella lunga e penosa perlustrazione a traverso boschi e dirupi, mi persuasi, che Trajano allacciò principalmente le scaturigini orientali e che Paolo V unì a queste ancora molte di quelle verso occidente.”


Il numero sette ricorrente e dato alla strada circumlacuale, era appropriato, dunque, in quanto corrispondeva al suo significato simbolico: sette nel senso della completezza! Come sette erano indicate nel nome le sale della cisterna,  detta appunto Delle Sette Sale – in realtà se ne contano nove - delle terme di Traiano sul Colle Oppio! Essa raccoglieva una notevole mole d’acqua e l’imperatore quasi certamente vi fece giungere quella del nuovo acquedotto da lui costruito nel contempo (come testimonierebbero le fistule plumbee con la scritta “aqua traiana” che sarebbero state trovare in loco).

Traiano aveva fatto costruire l’acquedotto nella pienezza dell’impero romano “PECUNIA SUA”, come si legge in un’iscrizione, ritrovata in località La Storta, descritta da Carlo Fea nel 1830, e dalla quale si deduce l’anno di costruzione dell’acquedotto.

Poi venne la fine e arrivarono i barbari e durante la guerra gotica l’acquedotto fu tagliato.

Come drago, serpente o anguilla l’acquedotto fu tagliato, questo splendido esemplare di un genere che solo i romani avevano saputo allevare e selezionare e portare a tanta perfezione; bello e utile da contrapporre al bello e futile dei Greci. E a differenza delle altre creature, i cui visceri non sono fatti per l’apparenza,  era magnifico anche e più di dentro, per la cura del suo rivestimento interno dove viaggiava la sua linfa, l’elemento più prezioso per l’uomo dell’oro e dei diamanti, l’acqua pura. Ancora oggi chi percorre i suoi tratti  interni visitabili ne racconta la meraviglia. Ma come anguilla i suoi pezzi recisi potevano mantenersi in  vita e alla periferia di Roma, all' Ipogeo degli Ottavi, durante lavori di risistemazione delle condotte negli anni ottanta se n’è riconosciuto un pezzetto che non avrebbe smesso di funzionare da circa duemila anni.







**  Al presente che semo nell'anno 1590 - Comune di Oriolo Romano , dove nel documento si legge:“La parte di Santo Spirito tende a Mezzogiorno e in  un angolo detto la Fiora nasce un bel capo d’acqua che congiungendosi  con l’Acqua Venere a Vicarello sopra al Lago di Bracciano fu da’ Romani Antichi condotto a Roma e se ne vedono vestigi per tutto il viaggio che faceva.”

*** L'ACQUEDOTTO PERDUTO DI ROMA - Liutprand - Associazione ...

**** Università Agraria di Bassano Romano - università agraria Bassano ... ,

qui, in “Panzanella a Fonte Chiappino”, si legge:
“Sono stati ripristinati le zone ed i fontanili di Cacciano e di Fonte Ceraso dove dalla sorgente l’acqua sgorga ancora copiosa; si dice che, nel tempo passato, fosse convogliata fino a S.Pietro a Roma…”; con un’immagine del fontanile di Fonte Ceraso.

***** Scarica il full-text della pubblicazione in PDF - Istituto Superiore di,

****** Acquedotto Traiano - Wikipedia 

*******Storia: Delle acque antiche sorgenti in Roma, perdute, e modo di ... - Pagina 1 - Risultati da Google Libri

Carlo Fèa - 1832 - Nature

********   Analisi storico-topo*grafico-antiquaria della carta de' dintorni di ... - Volu

Nessun commento:

Etichette